CITAZIONE (Areazione @ 3/6/2008, 20:36)
E la cosa ANCORA PIU' interessante è che Preve dimostra quanto Marx sia poco materialista e molto idealista.
Premetto di non aver letto Preve ma mi piacerebbe intervenire sulla questione adducendo il mio particolare punto di vista: ovviamente un punto assodato e incontrovertibile è che il pensiero di Marx nasce, se mi permettete la metafora biblica, da una costola dell'hegelismo; io lo inserisco senza problemi nella scissione provocata dagli interpreti di Hegel stesso tra una Destra e una Sinistra hegeliana, individuando in Marx il punto di approdo e la massima espressione teorica del percorso culturale intrapreso dalla Sinistra hegeliana (i cui punti salienti erano proprio il carattere rivoluzionario e l'ateismo, a differenza della Destra hegeliana, reazionaria e cristianamente dogmatica).
Ora cosa si intende per Idealismo? Se con Idealismo intendiamo principalmente un principio operativo universale, un movimento dialettico dell'esistente su base ternaria allora va da sè che Marx fu idealista. Ma se con idealismo intendiamo l'attribuzione dell'unica vera realtà all'idea intesa come atto metafisico razionale che genera la realtà indipendentemente dagli individui coscienti allora in base alle mie conoscenze non posso dire con la stessa convinzione che Marx fu idealista. Da "L'ideologia tedesca" cito brevemente:
"Per il materialista pratico, cioè per il comunista, si tratta di rivoluzionare il mondo esistente, di impegnarsi all'interno della realtà di fatto esistente e di modificarla"
In un'ottica specificatamente idealistica verrebbe meno:
-l'essere materialisti pratici, essendo l'Idea come unica realtà oggettivamente esistente qualcosa di spirituale.
-la rivoluzione ossia il movimento della storia come impegno pratico dell'individuo, o meglio, della comunità degli individui mossi dagli stessi interessi di classe (i comunisti come proletariato organizzato).
Infatti in una concezione generale di filosofia della storia la differenza è sostanziale: se in Hegel il movimento della storia è principalmente imputabile al singolo individuo dal carattere eroico o superomistico (per prendere in prestito una terminologia successiva) che si fa strumento o meglio tramite dell'Idea o dello Spirito (vero titolare a pieno diritto dello sviluppo storico quindi); in Marx la storia la fanno le classi ossia la totalità degli individui raggruppabili all'interno di una stessa categoria di classe: una concezione della storia in cui dunque tutti gli individui del corpo sociale sono conpartecipi.
Per finire: più che idealista io ritengo Marx come l'ideatore di un sistema metafisico egli stesso...contrariamente forse a quelle che erano le sue effettive intenzioni...ma più che l'Idea il principio e referente ultimo di questa metafisica è l'opposto dell'idea: la materia metafisicamente intesa come la totalità astratta del reale "di fatto esistente" nel movimento dialettico (storia).
Ovviamente quello da me esposto è, lo ripeto, frutto del mio particolare punto di vista...non va preso dunque come l'interpretazione di Marx ma come una delle tante interpretazioni della filosofia marxista...ho postato tanto per arricchire il dibattito.
Spero di aver fatto cosa gradita.